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																								 crono 11 
																								Doc. 15061701 e01 
																								Caro fratello 
																								Dal campo 17.6.1915 
																								Finalmente ieri ricevetti una tua tanto desiderata cartolina, ma da giorni fa ti ho spedito una mia lettera con l'indirizzo preciso che me l'ha spedito tua moglie. Sono molto contentissimo che ti trovi l'aggiù a Caserta e per il tuo destino ringrazio il Signore della tua buona sorte. Come ho raccomandato tanto ... [?] al fratello Giovanni i miei tre bambini così anche più caldamente te li raccomando anche a te caro fratello Antonio perchè mi hai voluto sempre bene e sei sempre statto l'unico dei fratelli che mi ha compatito nei miei vizi ed è per cuesto che ho una grande speranza in te. Tutte le notti dalla tenda o dalla Trincea sogno il mio caro Gildo che mi pare averlo sempre con me, ma però son sempre forte e spero e confido sempre in cuel Dio che ci creò. 
																								Di salute mi trovo abbastanza bene, mi dicevi che mi spedirai cualche cosa, ma per il presente puoi fare a meno, piutosto cuando avrò bisogno ti scriverò io, dunque anche cuì siamo intesi. 
																								Raccomandoti nuovamente di scrivermi ogni giorno e se puoi mandami culche giornale, che ricevere tue notizie per me è un sollievo. 
																								Da casa e otto giorni che non so più niente ma (spero in)confido nel Signore che stiano tutti bene. 
																								Scrivimi sempre e cuì unito ti mando [di] il mio indirizzo 
																								C.G. 6° Regg.nto Alpini 262 compagnia  
																								..... (Vicenza) Asiago 
																								Ricevi un saluto che parte dal tuo aff.o  
																								Emo. 
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								Note:
												
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																Questo è il 
																primo scritto di 
																Emo a Giulio. 
																Emo è al campo 
																ad Asiago, forse 
																in partenza per 
																una destinazione 
																al fronte. 
																Giulio è al 
																sicuro a 
																Maddaloni, 
																vicino alla 
																Reggia Reale di 
																Caserta. La 
																guerra è 
																cominciata da 
																appena tre 
																settimane. Emo 
																si sente in 
																pericolo, teme 
																per la sua vita 
																ed affida i suoi 
																tre figli ai 
																fratelli: 
																Giovanni che è a 
																casa e non andrà 
																in guerra, e 
																Giulio che è 
																militare, ma 
																lontano da dove 
																si combatte. 
																La lettera è 
																stata più volte 
																ripiegata come 
																per conservarla 
																in una tasca o 
																in una 
																scatolina. Emo 
																chiama il 
																fratello con il 
																suo secondo 
																nome, Antonio; 
																Giulio era 
																infatti chiamato 
																Toni da quasi 
																tutti. 
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